Ripartire dalla scuola equivale alla ricostruzione della nostra società: i nostri i bambini e i nostri giovani hanno bisogno di recuperare i contesti educativi, affettivi e sociali, bruscamente interrotti, per ritrovare la speranza e l’ottimismo nel futuro. Un paese senza scuola è un paese senza futuro, un paese che si interroga su come ricostruirsi è un paese che restituisce alle nuove generazioni un senso alla vita. La scuola come agenzia educativa, ma non solo: come luogo di relazione, di ammortizzatore di disagio, di costruzione identitaria al fianco delle famiglie. L’attenzione di Governo e Ministero sulla realtà nuova e complessa a livello organizzativo non può prescindere dall’attenzione al benessere psicologico: i bambini, i ragazzi e tutto il personale scolastico tornano a scuola dopo mesi interminabili in cui stress e disagio si è accumulato a livello collettivo. Come giustamente sostiene il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP), la scuola si ritrova a dover gestire situazioni di nuova ed elevata complessità, diversa, appunto, da ricostruire passo dopo passo. Nella nuova gestione diventa prioritario costruire un clima di collaborazione e di ascolto, ma anche contenitivo rispetto ad ansie e paure, necessario perchè la comunità scolastica possa rispettare le regole anti-covid delineate dalle disposizioni governative. In tal senso, occorre ora investire sulla scuola e mettere in campo, in modo sinergico, insegnanti e specialisti, che possano insieme, ognuno con le proprie specifiche competenze, affrontare la nuova realtà. Vediamo insieme alcune indicazioni operative:

  1. RIPRENDERE CONTATTO CON GLI SPAZI FISICI ED EMOTIVI DELLA CLASSE: i bambini e i ragazzi hanno bisogno di riprendere la quotidianità interrotta con il contesto scolastico e di ricostruire i legami con il gruppo classe, contesto esperienziale e d’apprendimento fondamentale per le nuove generazioni. Importante quindi non attivare quote d’ansia rispetto ai programmi ministeriali, ma permettere di riacquistare fiducia, di riappropriarsi dei propri spazi mentali e fisici nella scuola. Gradualmente, si ripristinano le nuove abitudini di “di stare fisicamente a scuola”, solo dopo è possibile attivare gli apprendimenti. In tal senso, sarebbero indicati interventi psicologici in ogni scuola per promuovere il benessere psicologico e comunitario.
  2. MENTALIZZARE LE ESPERIENZE VISSUTE: un’altra indicazione importante per la ripresa è la mentalizzazione delle esperienze vissute, ossia significare l’esperienza traumatica e stressante vissuta: l’incertezza, la sospensione, il distanziamento, la paura dell’altro, il lutto. Il lutto è stato, quest’anno, soprattutto in alcune zone del nostro paese, gravemente traumatizzante a livello collettivo per la mancanza di riti funebri che accompagnano la perdita della persona cara. Con i bambini sarebbe opportuno verbalizzare le esperienze, rappresentarle graficamente, accoglierne gli aspetti emotivi connesse con attività mirate e ludiche: ad esempio, con bimbi più piccoli utilizzare il gioco di drammatizzazione; con i bambini più grandi, la narrazione di storie.
  3. FAVORIRE I FATTORI DI RESILIENZA nelle persone e nel sistema scolastico: speranza e ottimismo, investimento sulle risorse e sugli aspetti positivi. Pur consapevoli della notevole complessità che ci aspetta, dobbiamo promuovere i fattori di resilienza, ossia trasformare i fattori stressanti e traumatici di vita in opportunità di crescita, che ci permettono di affrontare con speranza e lucidità la nuova normalità. L’incertezza e la precarietà può attivare da un lato, percezioni magiche della realtà (“tutto tornerà presto come prima”), dall’altro percezioni catastrofiche (“non staremo mai bene”) o neganti persecutorie (“Non c’è nulla di vero. Ci stanno manipolando”). Per questo è molto importante che la scuola sia presente, come punto di riferimento stabile, per aiutare le nuove generazioni a percepire in modo adeguato la realtà aiutando a prevenire e a contenere stati mentali destabilizzanti. Si pensi al noto film di Roberto Benigni “la vita è bella”, un padre trasforma l’orrore dell’Olocausto in un contesto giocoso per permettere a suo figlio di sopravvivere e di non perdere la speranza nella vita. Un padre resiliente, capace di trasformare positivamente, con l’umorismo, eventi gravemente avversi di vita.

I bambini, i giovani e tutto il personale della scuola hanno bisogno di sentirsi supportati nella mentalizzazione delle esperienze vissute: gli interventi psicologici nelle scuole diventano necessari nella fase di ricostruzione perchè facilitano l’attivazione di risorse e fattori resilienti nella comunità scolastica e aiutano in modo significativo l’istituzione scolastica a ri-definire il proprio fondamentale ruolo educativo e sociale. Perché la ricostruzione parte dalla scuola, dalla speranza e  dall’investimento concreto ed emotivo che gli adulti saranno capaci di restituire ai propri ragazzi e ai propri bambini.